L’induismo viene definita una religione politeista. Non è esattamente così. Gli antichi testi della letteratura vedica attestano il contrario.
Vi è un unico Dio creatore del tutto. Tutti gli esseri nascono da Lui. Anche i DEVAS, termine che nelle lingue moderne viene tradotto con Dei. Se i DEVAS hanno origine da un unico essere non possono essere Dio.
L’unico che merita l’appellativo di Dio, è questo UNO, questo PRIMO che ha creato tutto e tutti.
Quanto segue è un’estrapolazione da una mia traduzione del Mahabharata:
MAHABHARATA, ADI PARVA SEZIONE 1
L’inesausto germe è l’UNICA origine di tutti gli esseri viventi (…) Noi affermiamo che questo è la vera luce, l’ETERNO UNO, il meraviglioso e inconcepibile ESSERE, presente in ogni luogo, l’invisibile e sottile causa dell’esistenza e della non esistenza (…) da lui venne alla luce il padre di tutti, il primo patriarca, seguito da Suraguru e Stanu. Poi apparvero altri ventuno patriarchi, fra i quali: Manu, Vasista e Paramesti, seguiti dai dieci Pracietas tra cui, Dacsa e i suoi sette figli (…) Quindi si manifestarono l’acqua, i firmamenti, la terra, l’aria, il cielo e i punti dei firmamenti, con le stagioni, gli anni, i mesi, le quindicine (Luna crescente e Luna calante) chiamate Pacsas, con i giorni e le notti nella giusta successione. Così ogni cosa conosciuta all’umanità fu manifesta”.
Quindi perché si dice che l’Induismo sia politeista? In genere sono gli scrittori occidentali a dare questa definizione. Magari sviati da un santone, o più semplicemente per dire che la loro religione è migliore perchè monoteista.
In realtà tratta di “devoti” a questo o quel DEVA. Un po’ come nel cattolicesimo, dove vi sono devoti a vari santi, ma che non sono mai elevati al rango di Dio.
I DEVAS non sono esattamente l’equivalente di santi (nel senso cattolico), ma hanno più o meno lo stesso compito. Sono i protettori di qualcosa. Vengono pregati per ottenere intercezioni e prevenire disgrazie.
In realtà secondo le scritture (VEDA) sono creature più simili agli angeli. Uno dei loro compiti è quello di annunciare, quindi messaggeri.
Per esempio, nella storia della nascita di Krishna, un DEVA annuncia alla madre, che un figlio nascerà per divenire Re. Segue una strage degli innocenti, voluta dal Governante.
La storia si trova nel decimo tomo del Bagavata Maha Purana.
(L’informazione proviene da un’edizione cartacea del Bagavata Maha Purana, edizione integrale (in inglese) con testo sanscrito. Stampato dalla SANSAR LIMITED KASHI PURA di Varanasi).
Può accadere che qualcuno porti la sua devozione a questo o quel DEVA, ai limiti del fanatismo. Magari spinto dal santone di turno. Questi santoni, del passato e anche del presente originano nuove “sette”, un po’ come accade con il cristianesimo. Secondo alcune statistiche vi sono più di 8.000 sette che si dicono cristiane.
Per esempio SAI BABA, un illusionista, che faceva mangiare la VIBHUTI (cenere dei crematori) ai suoi fedeli, diceva di essere l'incarnazione di SIVA. Diceva di essere Dio. Ma SIVA non è Dio, anzi è considerato il DEVA dell’ignoranza. Che vaga per i crematori, spalmandosi il corpo di cenere (dei morti), portando al collo una collana di teschi umani e dedito all'uso di intossicanti. In india chi fuma Hascis, recita un mantra AUM SIVA... SIVA è sempre circondato da fantasmi, e altri spiriti. Viene considerato un DEVA distruttore.
Nel monoteismo indiano, e la cultura vedica era monoteista, il resto è una degradazione, il Dio unico si chiama VISNU, poi VISNU crea BRAHMA e BRAHMA generà SIVA. Un essere generato non può essere uguale al Creatore.
In nessun testo si afferma che SIVA sia Dio. Tutti i testi affermano che il Dio degli induisti si chiama VISNU. Che come l’ELOHIM della Genesi all’inizio della creazione aleggia sulle acque dell’abisso. E nell'iconografia indiana, VISNU viene raffigurato mentre giace sulle acque.