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Ultimo Aggiornamento: 12/03/2024 17:51
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17/03/2022 21:01
 
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Effetto mascherina, come proteggere la pelle del viso


Detergente delicato rimuove le impurità. Creme idratanti per una buona protezione.


La speranza è di potersene liberare presto, ma intanto, almeno al chiuso, resta l’obbligo della mascherina. E siccome sono evidenti gli effetti negativi sulla nostra pelle per chi è costretto a indossarla per gran parte del giorno, cerchiamo almeno di limitare i danni. La mascherina può infatti danneggiare la barriera cutanea e portare a irritazione, secchezza, arrossamento, prurito, bruciore, occlusione dei pori. Oppure peggiorare una patologia esistente come acne, rosacea, dermatite seborroica, dermatite atopica. Questo perché si crea un ambiente semi-occlusivo che impedisce i naturali scambi esterni come l’umidità, Uv, ossigeno. In questo ambiente semi-occlusivo caldo e umido, il sebo risultante può essere facilmente alterato e può verificarsi una proliferazione batterica.


Detergente e idratanti

Per prima cosa è importante più che mai utilizzare sul viso un detergente delicato, che protegga la barriera cutanea, usando acqua temperata. Questo aiuterà a rimuovere il sudore e il sebo in eccesso, le impurità e le cellule morte della pelle, prevenendo potenziali sfoghi e ostruzione dei pori.


I dermatologi consigliano poi di applicare mattino e sera, meglio se 30 minuti prima di indossare la mascherina, una crema emolliente o idratante adatta alla propria pelle. La mattina la crema idratante deve essere leggera per proteggere la pelle limitando l’effetto occlusivo. La sera, si può applicare la solita crema. In caso di acne è necessario usare un trattamento specifico.

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22/03/2022 16:47
 
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Diabete, individuata una molecola che aiuta a scoprire chi si ammalerà

Uno specifico micro-RNA potrebbe essere il segno che la malattia sia avvicina in chi soffre di pre-diabete: in Italia sono 10 milioni, ma si può allontanare il pericolo con dieta mediterranea e moto



Sono dieci milioni gli italiani con pre-diabete, ovvero con la glicemia a livelli di guardia e un rischio elevatissimo di sviluppare il diabete; ora una ricerca italiana, pubblicata su Cardiovascular Diabetology , ha individuato un possibile marcatore indicativo di un maggior rischio di andare incontro alla malattia.

Pre-diabete

Il pre-diabete è una sorta di «terra di mezzo» fra salute e malattia, in cui la glicemia a digiuno è compresa fra 100 e 124 mg/dl e comincia a manifestarsi la resistenza all’insulina; spesso le persone con pre-diabete sono anche in sovrappeso e la probabilità di ammalarsi nel giro di pochi mesi o anni è molto alta. Stando ai nuovi dati, una specifica molecola potrebbe essere l’indicatore giusto per scoprire chi ha un rischio più alto di diabete: si tratta di un micro-RNA, miR-21, che ricerche precedenti hanno dimostrato essere associato alla glicemia alta e che ricercatori dell’IRCCS Multimedica di Milano hanno monitorato nell’ambito del progetto di ricerca DIAPASON (Diabetes prediction and screening: observational study) su oltre 500 persone con rischio altissimo di diabete. In un sottogruppo che aveva livelli di glicemia particolarmente allarmanti si è anche proposto un intervento sullo stile di vita, prevedendo una dieta basata sulla dieta mediterranea e una modesta di attività fisica.



Micro-RNA

«Dopo un anno, nell’84 per cento del campione che aveva seguito il nuovo regime alimentare abbiamo rilevato non solo perdita di peso, diminuzione dell’indice di massa corporea e miglioramento dei parametri cardiometabolici con la riduzione della glicemia, come era facile prevedere, ma soprattutto una riduzione del miR-21, che conferma la relazione tra questa molecola e i valori di glucosio nel sangue — spiega Lucia La Sala, ricercatrice dell’IRCCS MultiMedica e autrice dello studio —. Il dosaggio del miR-21, associato alla glicemia, può quindi diventare un nuovo indicatore di pre-diabete e del rischio di andare incontro a diabete conclamato. Inoltre all’aumentare della glicemia si sviluppa anche stress ossidativo, che è una causa di danno vascolare ed è alimentato dallo stesso miR-21, che inibisce la capacità antiossidante delle cellule: dopo l’intervento sullo stile di vita il danno vascolare si riduce, a conferma del fatto che nel pre-diabete è ancora reversibile, e ciò dimostra anche che il miR-21 è un marcatore molecolare affidabile sia delle reazioni dannose innescate dall’iperglicemia, sia della loro eventuale regressione». In attesa della validazione di questo marcatore molecolare, lo studio conferma però un elemento fondamentale: quando la glicemia supera la soglia dei 100 mg/dl a digiuno c’è ancora tempo per invertire la rotta, se si cambiano abitudini migliorando la dieta e abbandonando la sedentarietà.

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22/03/2022 16:59
 
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Sarebbe utile poter fare uno screening su larga scala...
spendere oggi per risparmiare nel futuro..
23/03/2022 13:53
 
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Re:
Giandujotta.50, 22.03.2022 16:59:

Sarebbe utile poter fare uno screening su larga scala...
spendere oggi per risparmiare nel futuro..



[SM=g1861209] Ma l'interesse di questo mondo a spendere soldi è diretta tutta da altra parte. [SM=g27988]



23/03/2022 13:55
 
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Perché bisogna proprio togliere le scarpe entrando in casa

Non sono solo i batteri a varcare la soglia di casa: un'analisi dettagliata di quello che si attacca alle scarpe vi convincerà della necessità di toglierle.


Camminare in camera, cucina e salotto con le stesse scarpe che usate per uscire è semplicemente disgustoso. Il verdetto di un gruppo di scienziati che studia i contaminanti domestici non lascia molto spazio a interpretazioni. Un terzo delle polveri e della sporcizia che si accumula nelle nostre case arriva dall'esterno, soffiato dal vento attraverso le finestre o - appunto - scroccando un passaggio sotto la suola delle scarpe. Ad oltrepassare lo zerbino non solo soltanto resti di foglie e batteri fecali (come l'Escherichia coli, presente nella cacca di cane e sul 96% delle suole delle scarpe), ma anche ospiti persino più sgraditi e nocivi.

Scienza È utile togliere le scarpe entrando in casa?

Fai la polvere (e mandacela!). Mark Patrick Taylor e Gabriel Filippelli sono chimici ambientali dell'Environmental Protection Authority dello Stato di Victoria, in Australia, e dell'Indiana University (USA). Hanno passato l'ultimo decennio a far ricerca sulle sostanze inquinanti domestiche attraverso un'iniziativa, il 360 Dust Analysis Program, che raccoglie campioni dagli aspirapolveri domestici assieme a un questionario sullo stile di vita degli occupanti di quelle abitazioni. Il catalogo di "schifezze" che ci trasciniamo al chiuso con le scarpe è più ampio di quanto si pensi.

Sporco pericoloso. Come spiegato su The Conversation, il team ha individuato, su scarpe e pavimenti, patogeni resistenti agli antibiotici (inclusi lo Staphylococcus aureus e il Clostridium difficile, all'origine di molte infezioni ospedaliere), tossine residue dell'asfalto dalle proprietà cancerogene e distruttori endocrini (cioè sostanze in grado di interferire con il sistema endocrino umano) usati per esempio nei prodotti chimici da giardino.

L'analisi della polvere raccolta nelle case di 35 diversi Paesi ha mostrato inoltre tracce di metalli potenzialmente tossici come arsenico, cadmio e piombo, in diverse concentrazioni a seconda del luogo e associati a varie attività all'aria aperta (estrazione mineraria, fusione o combustione di metalli, gas di scarico dei veicoli, semplice presenza in suoli contaminati).

Nella valutazione degli inquinanti domestici il gruppo di scienziati si è anche imbattuto in sostanze radioattive di provenienza industriale, in microplastiche spesso associate a tappeti e vernici (le fibre derivate dal petrolio costituiscono il 39% delle polveri di casa) e negli PFAS, acidi perfluoroacrilici ampiamente usati in ambito industriale, che hanno una persistenza elevata nell'ambiente e che, alla lunga, sono indicati come fattori di rischio per varie patologie. Insomma, in confronto ad altre voci dell'elenco l'E. coli passa quasi per un coinquilino accettabile.

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24/03/2022 00:01
 
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Perché bisogna proprio togliere le scarpe entrando in casa

Nello studio non mi pare che nessuno tenga in debito conto il pericolo di sterminio di massa che può essere causato dall'emanazione di certi gas tossici...
[SM=x1408427]
[Modificato da M71 24/03/2022 00:03]
24/03/2022 14:04
 
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Re:
M71, 24.03.2022 00:01:

Perché bisogna proprio togliere le scarpe entrando in casa

Nello studio non mi pare che nessuno tenga in debito conto il pericolo di sterminio di massa che può essere causato dall'emanazione di certi gas tossici...
[SM=x1408427]



Di questo argomento nessuno ne parla volentieri!
Comunque,siamo tutti a rischio,se si guarda tutto quello che respiriamo ogni giorno.Non togliersi le scarpe prima di entrare in casa è meno pericoloso di tutto il resto.

Prodotti di scarto e rifiuti

I mozziconi di sigaretta

L'alluminio

I pneumatici

Le gomma da masticare

Rifiuti in generale



24/03/2022 14:48
 
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Amalia 52:

Comunque,siamo tutti a rischio,se si guarda tutto quello che respiriamo ogni giorno.Non togliersi le scarpe prima di entrare in casa è meno pericoloso di tutto il resto.


Dici così perché non conosci certi miei amici, anzi: i piedi di certi miei amici (e amiche!!)
[SM=g7405]
24/03/2022 16:49
 
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a volte quel problema non è di igiene personale ma delle scarpe
Le scarpe costituiscono un ambiente umido che favorisce la proliferazione di batteri e muffe...
scommetto che gli antichi che camminavano con sandali non avevano questi problemi 😉
24/03/2022 19:33
 
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Re:
Giandujotta.50, 24.03.2022 16:49:


a volte quel problema non è di igiene personale ma delle scarpe
Le scarpe costituiscono un ambiente umido che favorisce la proliferazione di batteri e muffe...
scommetto che gli antichi che camminavano con sandali non avevano questi problemi 😉



Alcuni anni fa ho comprato bellissime scarpe in Italia in un negozio cinese.A casa ho lasciato la scatola con le scarpe per 2 settimane sul balcone perchè avevano un brutto odore.Non è andato via nemmeno con spray contro cattivi odori.Non ho potuto metterle.Volevo venderle ma nessuno le ha volute.

I cinesi quando tornano a casa dal lavoro,tolgono le scarpe e li mettono ad asciugare e disinfettare.

Questa
24/03/2022 19:35
 
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Re:
M71, 24.03.2022 14:48:

Amalia 52:

Comunque,siamo tutti a rischio,se si guarda tutto quello che respiriamo ogni giorno.Non togliersi le scarpe prima di entrare in casa è meno pericoloso di tutto il resto.


Dici così perché non conosci certi miei amici, anzi: i piedi di certi miei amici (e amiche!!)
[SM=g7405]




[SM=g8930] [SM=g8930] [SM=g8930]

05/05/2022 10:22
 
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Fiori, ecco quali usare in cucina: i migliori alleati per benessere e salute

fiori in cucina antiossidanti salute in tavola
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Dalla camomilla al crisantemi, dalla lavanda al coriandolo, dal girasole al garofano: l’uso in cucina dei fiori risale a migliaia di anni fa - dalla civiltà cinese a quella romana alla greca - ma negli ultimi tempi, l’utilizzo e il consumo di fiori eduli è diventata la nuova frontiera del cibo salutare. Esistono in natura più di 50 specie differenti di fiori da mangiare. Alcuni li consumiamo anche quotidianamente nella cucina tradizionale; è il caso di carciofi, fiori di zucca, cavolfiori; o dei pistilli di zafferano, della malva e della camomilla. Dal punto di vista nutrizionale, presentano pochissimi grassi e molte sostanze nutritive come proteine, vitamine A e C e minerali. Ma il loro punto di forza è la grande quantità di antiossidanti presenti, grazie al contenuto di flavonoidi e carotenoidi che ne determinano il colore. In particolare le viole, i crisantemi e i garofani sono ricchi di potassio. È proprio il caso di dire: la bellezza ci salverà.

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24/05/2022 09:49
 
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Cocco, un sostituto del plasma sanguigno: ecco gli effetti del frutto sulle nostre cellule


Profumato, buono, nutriente: il cocco è un ottimo alleato per la nostra salute. Nonostante sia povero di proteine ha proprietà energetiche e tonificanti. Inoltre, contribuisce a migliorare i livelli di colesterolo e facilitare la perdita di peso. Alcuni esperti consigliano la noce di cocco anche per eliminare le tossine nell'apparato digerente, e per aiutare ad eliminare l'aria in eccesso nello stomaco. Il cocco inoltre è ricco di potassio e per questo è utile per reintegrare i sali minerali che si perdono durante la sudorazione; contiene pochi grassi e tra i suoi benefici c’è quello di rinforzare il sistema immunitario e aiutare la digestione. Addirittura ha proprietà rigenerative a livello cellulare e può essere considerato un sostituto del plasma sanguigno perché l'acqua di noce di cocco è una sostanza sterile che non distrugge i globuli rossi ed è tollerato dall'organismo umano.

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E qui tutte le ricette con il cocco! [SM=g7348]

www.buonissimo.it/ingredienti/cocco-191000
15/07/2022 11:46
 
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Tumore del seno, test decisivi per valutare chi farà la chemio


Gli studi clinici hanno chiarito in modo definitivo che è possibile stabilire chi trae beneficio dalla chemioterapia e chi no tra le pazienti con tumore del seno in fase iniziale. Esistono test affidabili che permettono di distinguere tra due gruppi, evitando di somministrare cicli di chemio che si rivelerebbero inutili qualora prescritti a quelle donne che, rientrando in un preciso profilo, ne trarrebbero minore giovamento.


Diagnosi differenziale

In presenza di cancro al seno la corretta identificazione tra donne che rispondono alla chemioterapia e donne da avviare a trattamenti alternativi, secondo i medici, rimane un obiettivo fondamentale sotto vari punti di vista. Vanno infatti considerati sia i costi diretti della procedura (che si traducono in sprechi, ansie e sofferenze) sia quelli indiretti, legati alla mancata produttività causata da trattamenti debilitanti.


Iter burocratici

“Le Regioni hanno emanato apposite delibere per rendere operativo il decreto attuativo ministeriale, ma non tutte stanno utilizzando le risorse disponibili, in attesa della conclusione dei bandi di gara”, ha affermato Saverio Cinieri, presidente nazionale AIOM, Associazione italiana oncologia medica, in occasione di una conferenza stampa promossa da Intermedia. La conseguenza è che, in Italia, “i test genomici, a un anno dalla firma del decreto attuativo, devono ancora essere utilizzati in modo uniforme sul territorio. Da un lato, le lungaggini degli iter burocratici a livello regionale impediscono ancora ad alcuni centri di senologia di prescrivere gratuitamente i test. Da qui la situazione a macchia di leopardo nel loro utilizzo”.


Trattamento adiuvante

Va migliorato il livello di conoscenza e di preparazione degli oncologi sugli strumenti, molto importanti, che permettono di applicare il concetto di medicina di precisione, supportando i clinici nella personalizzazione delle terapie. “L’obiettivo del trattamento adiuvante, cioè successivo alla chirurgia, è offrire a ogni paziente con carcinoma mammario in fase precoce le migliori possibilità di cura, limitando il rischio di ricaduta“, sottolinea Massimo Di Maio, segretario nazionale AIOM . La maggioranza dei casi di tumore della mammella è di tipo luminale, cioè esprime i recettori estrogenici ma non la proteina HER2.


Test di profilazione

Dopo la chirurgia, il trattamento sistemico prevede l’utilizzo della terapia ormonale nei casi considerati a basso rischio oppure l’aggiunta della chemioterapia adiuvante alla terapia ormonale, in presenza di un rischio elevato. Nella malattia luminale a rischio intermedio sussiste però una significativa incertezza nelle decisioni da prendere, da qui l’importanza dei test di profilazione genomica, che permettono di identificare con maggiore precisione le pazienti che possono beneficiare della chemioterapia dopo l’intervento.


Valutazione

Attraverso i test genomici è possibile valutare la probabilità che la malattia si possa ripresentare dopo l’intervento chirurgico. Sulla misura di questo rischio si ricava l’indicazione eventuale a proporre cicli di chemio aggiuntivi. In Italia si contano attualmente cinque test di analisi di espressione genica (Oncotype DX, MammaPrint, Prosigna, Endopredict, Breast Cancer Index) che si differenziano per numero di geni studiati e per tipo di validazione. “Recentemente il National Comprehensive Cancer Network – sottolinea il professor Cinieri – ha aggiornato le linee guida riconoscendo Oncotype DX a 21 geni come il test predittivo in grado di definire il beneficio della chemioterapia nel carcinoma mammario in stadio iniziale con linfonodi positivi, anche con micrometastasi. Questo test è il solo classificato come preferito con alti livelli di evidenza sia per le pazienti con linfonodi negativi sia nelle donne in post menopausa con linfonodi positivi”. Nella stessa direzione vanno le raccomandazioni dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO).

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15/07/2022 11:53
 
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Cuore in affanno per il caldo, decalogo antistress dei cardiologi


Accorgimenti per una vacanza serena, nonostante l'afa e le temperature di molto sopra la media stagionale, con i consigli dello specialista Siprec


Cuore in affanno causa mutamenti climatici. La specie umana riesce ad adattarsi, ma con questo caldo l’organismo soffre parecchio, le sollecitazioni ci costringono a ricorrere a misure comportamentali che consentano di mitigare lo stress legato alle temperature roventi. Ora fino a quando conviene soggiornare in ambienti con l’aria condizionata (fredda) se poi dobbiamo uscire all’aria aperta, sono choc che riusciamo a sopportare?


Stile di vita, alimentazione, esposizione al sole devono adeguarsi”, ha scritto Massimo Volpe, cardiologo, presidente SIPREC (Società Italiana per la Prevenzione Cardiovascolare). “Lo stress esercitato dai raggi ultravioletti anno dopo anno è sempre maggiore, i picchi di caldo e umidità aumentano, e questi fenomeni possono avere effetti nocivi sul nostro organismo, a partire dall’ambito cardiovascolare, sia per chi assume farmaci sia per chi non li assume”. Da queste premesse ha preso forma il decalogo Siprec per imparare a sopportare il caldo con semplici accorgimenti antistress, limitando il rischio di mandare il cuore in affanno.


1. Collasso

Per prevenire reazioni legate al caldo (crisi ipotensive, svenimenti, debolezza, collasso) occorre soggiornare in ambienti freschi. Evitare di passare rapidamente da ambienti caldi a locali freddi per l’aria condizionata.


2. Training

La seconda precauzione è quella di limitare l’esercizio fisico evitando di fare sport nelle ore più calde. La pratica motoria deve essere compatibile con condizioni climatiche più sicure.


3. Respirazione

Con un grande caldo e un’elevata sudorazione, le mascherine possono accentuare problemi di respirazione mandando in crisi i pazienti cardiopatici, a causa di un ridotto apporto di sangue ossigenato al cervello, del calo della pressione e dell’ossigenazione ridotta in ambienti umidi e affollati. Ciò richiede una maggiore consapevolezza dei propri limiti.


4. Ipertensione

Chi prende farmaci anti-ipertensivi, nel rispetto delle decisioni del medico, potrebbe trarre giovamento da una visita di controllo per gli aggiustamenti della posologia, riducendo il dosaggio o sospendendolo se i valori pressori sono troppo bassi. Queste variazioni sono sempre da concordare con il proprio medico e implicano la necessità di misurare più volte la pressione.


5. Diuretici

A causa della perdita di liquidi e di sali dovuta alla sudorazione, molto frequente nei soggetti con ipertensione e scompenso cardiaco, si rende opportuna una rimodulazione della terapia con i diuretici o comunque un controllo del bilancio idroelettrolitico.


6. Sali minerali

Un’alimentazione a base di frutta e verdura, con prodotti naturali che contengano potassio, calcio e magnesio, è fondamentale per la salute dell’apparato cardiovascolare.


7. Alta montagna

Le elevate altitudini, nei soggetti cardiopatici, determinano una riduzione della naturale ossigenazione del sangue. Un’eventuale vacanza montana deve essere affrontata con precauzioni: salire di quota con gradualità, evitare sforzi nei primi giorni.


8. Dieta

L’alimentazione deve essere leggera e “colorata”, con una quota significativa di frutta e verdura, in modo da alleviare la digestione.


9. Acqua

Serve una costante idratazione con acqua, che volendo può essere integrata con spremute d’arancia, frullati di frutta o centrifugati di verdure. Bere acqua in abbondanza.


10. Farmaci

Continuare a prendere le medicine (leggi: aderenza terapeutica). I pazienti cardiopatici in vacanza devono evitare di recarsi presso luoghi isolati, potrebbero aver bisogno di raggiungere un presidio sanitario in tempi brevi, per qualche imprevisto.


Monitoraggio dei parametri fisiologici con una app

I cardiologi della Siprec hanno promosso lo sviluppo di una app denominata Heart way, per essere vicini anche a distanza a chi ha problemi di cuore. Questo progetto persegue l’obiettivo primario di controllare i principali fattori di rischio: pressione arteriosa e colesterolemia. Poi ci sono altre finalità non meno importanti, come l’incentivo a un’attività fisica quotidiana del paziente, l’aderenza alle terapie, un corretto stile di vita anche dal punto di vista dell’alimentazione, una definizione del profilo di rischio, l’analisi del peso corporeo e la definizione di altri parametri che possono essere misurati dal paziente. Info sul sito Siprec.

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17/07/2022 14:33
 
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Zucca e insonnia, il segreto è anche nei semi: le conseguenze sulla nostra salute

L' autunno è la stagione della zucca , povera di calorie – ne ha solo 18 per 100 grammi - e naturalmente ricca di fibre, è un ortaggio adatto anche in caso di diete. Ed è ricco di acqua, di nutrienti e ha effetti benefici per la salute: è fonte di flavonoidi , che combattono i radicali liberi, e di antiossidanti , che abbassano il rischio di malattie croniche, come cancro e malattie cardiovascolari . Aiuta a ridurre il colesterolo , protegge il cuore e le arterie. Le principali vitamine della zucca sono la vitamina A, la vitamina C, la B1, la E ei folati , che potenziano il sistema immunitario. Contiene anche molti minerali, tra cui calcio, fosforo , sodio, potassio. Favorisce la salute degli occhi ed è amica della pelle. In tutte le sue varietà, la mantovana, la Delica , la zucca gialla e la zucca violina , la butternut , ha proprietà diuretiche e calmanti. Infine, i suoi semi sono ricchi di acidi grassi essenziali , acido linoleico e alfa-linoleico, ovvero gli Omega-6 e Omega-3. E aiutare a dormire meglio: contengono il triptofano, aminoacido noto per favorire il sonno.

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03/09/2022 19:00
 
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Noci, cervello e fisico: i benefici per la salute che pochi conoscono

Le noci sono ricche di sali minerali, perfette per chi pratica sport. Sono fonte di zinco, calcio e magnesio e anche ottime alleate contro l’arteriosclerosi e lo stress. La vitamina E fa delle noci piccole perle di giovinezza che, combattendo l'azione dei radicali liberi, sono degli ottimi antiossidanti. La proprietà però più caratteristica delle noci è quella data dall'arginina, un aminoacido che le rende perfette per chi pratica sport: le noci sono infatti un alimento molto energetico e dilatano i vasi sanguigni che, portando più ossigeno e sostanze nutritive ai muscoli, migliorano le prestazioni fisiche. Secondo la teoria delle segnature di Paracelso, le noci fanno bene al cervello. [SM=g28004] Questa proprietà sarebbe sottolineata dall'aspetto del gheriglio della noce che evoca la struttura della corteccia cerebrale: questa corrispondenza definirebbe, secondo la teoria delle segnature, un legame naturale tra questi due elementi.

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04/09/2022 14:13
 
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Salute Covid: chi soffre di allergie ha minori probabilità di essere infettato dal SARS-CoV-2

Le persone suscettibili ad allergie di vario tipo sembrano meno vulnerabili alla covid: la spiegazione è meno immediata di quanto si pensi.

Allergie e covid

Sappiamo ormai che alcune condizioni, come l'età avanzata, l'obesità, il diabete e certe caratteristiche genetiche predispongono a forme gravi di covid. Quali sono però - se ci sono - i fattori protettivi, che tengono alla larga il SARS-CoV-2 e le sue complicazioni? Secondo una serie di studi, soffrire di allergie potrebbe rendere meno probabile il rischio di contrarre la covid.

Se vi sembra un po' controintuitivo non siete i soli: nei primi mesi di pandemia le persone allergiche, in particolare quelle affette da asma, erano considerate più vulnerabili alle conseguenze della covid, all'epoca ritenuta una malattia soprattutto respiratoria. Ma questa convinzione è poi venuta meno.

contagi più rari. Diversi lavori scientifici pubblicati negli ultimi mesi hanno trovato che vari tipi di allergie, da quelle alimentari all'asma allergica, passando per la dermatite atopica (un'infiammazione recidiva della pelle più frequente nei soggetti allergici) sono associati a un rischio significativamente minore di ammalarsi di covid in primo luogo.

Come si spiega questa sorta di protezione? Inizialmente si pensava a ragioni comportamentali: specialmente nei primi tempi di CoViD-19, le persone asmatiche potrebbero aver usato una maggiore prudenza nelle situazioni a rischio, temendo ripercussioni sulla salute. Ma questa spiegazione non "tiene" quando si pensa ad altre allergie, come quelle associate a dermatite atopica o al consumo di certi alimenti

Un test per misurare l’immunità alla covid

Accesso negato. Un'ipotesi più convincente riguarda le caratteristiche intrinseche delle cellule. Per farsi largo nell'organismo dell'ospite, il SARS-CoV-2 utilizza una specifica porta cellulare, un recettore chiamato ACE2. Le persone che esprimono questa proteina in abbondanza sono dunque anche più suscettibili alla covid: vale per esempio per chi fuma, per chi soffre di ipertensione o di diabete - tutte condizioni associate anche a un rischio maggiore di covid in forma grave.

Al contrario, una condizione di infiammazione cronica detta di tipo 2, che è alla base di molte allergie, riduce l'espressione dei recettori ACE2 nelle vie respiratorie, e quindi chiude le porte in faccia al coronavirus quando tenta il contagio. In questo modo, diminuiscono le probabilità di infezione. È la spiegazione più convincente, anche se non la sola. Per esempio, chi manifesta allergie respiratorie produce anche maggiori quantità di muco, una sostanza che potrebbe aiutare a tenere alla larga i patogeni.

Non più a rischio di altri. Oltre a consentire una probabile diminuzione dei contagi nei soggetti predisposti, asma e allergie non sembrano associate a forme più gravi di covid, una volta contratta la malattia. Una condizione di asma leggera, o comunque tenuta a bada dai farmaci, non sembra rappresentare un fattore di rischio per ricoveri e morte, benché le malattie virali solitamente acuiscano i sintomi asmatici.

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27/09/2022 18:54
 
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Andare a letto tardi aumenta il rischio di malattie cardiovascolari

Un corretto riposo notturno permette un miglioramento delle funzioni metaboliche e un minore accumulo di grassi, prevenendo i disturbi al cuore


Addormentarsi tardi o avere un ritmo sonno-veglia poco regolare accresce il rischio di sviluppare malattie all’apparato cardiocircolatorio: lo riporta uno studio scientifico pubblicato sulla rivista Experimental Physiology, che mette in luce come le persone che vanno a letto presto tendano a bruciare più grassi come fonte di energia. Viceversa, addormentarsi tardi determina un ridotto utilizzo dei lipidi e un maggiore accumulo di grassi nel corpo. Da questo, come noto, può derivare una serie di complicazioni metaboliche che predispongono l'organismo allo sviluppo di malattie cardiovascolari anche molto gravi.

L'importanza del ritmo circadiano

Per contrastare le malattie cardiovascolari, è fondamentale la cosiddetta prevenzione primaria, attuabile attraverso uno stile di vita sano e corrette abitudini alimentari. Tra i fattori che incidono sulle principali patologie dell'apparato cardiocircolatorio c’è anche il sonno e - più in generale - il rispetto del ritmo circadiano. Quest’ultimo, infatti, è l’orologio biologico del nostro organismo e regola molte funzioni fondamentali: il ciclo sonno-veglia, la temperatura corporea, la pressione sanguigna, i livelli ormonali, la frequenza cardiaca eccetera.

Andare a letto tardi o alterare il regolare andamento del riposo notturno determina un aumentato rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, spesso collegate a problemi di obesità, Alzheimer e diabete di tipo 2.

Un altro dato importante ha attirato l’attenzione dei ricercatori: le persone mattiniere tendono a essere più attive durante il giorno, con livelli di capacità aerobica superiori rispetto a chi va a letto tardi e si alza altrettanto tardi la mattina. Dalle evidenze scientifiche appare evidente, quindi, che non è importante solo dormire la giusta quantità di tempo ogni notte, ma anche rispettare i ritmi circadiani e iniziare presto il riposo notturno.

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01/10/2022 05:52
 
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Re: Tumore del seno, test decisivi per valutare chi farà la chemio
Amalia 52, 15/07/2022 11:46 AM:



Gli studi clinici hanno chiarito in modo definitivo che è possibile stabilire chi trae beneficio dalla chemioterapia e chi no tra le pazienti con tumore del seno in fase iniziale. Esistono test affidabili che permettono di distinguere tra due gruppi, evitando di somministrare cicli di chemio che si rivelerebbero inutili qualora prescritti a quelle donne che, rientrando in un preciso profilo, ne trarrebbero minore giovamento.


Diagnosi differenziale

In presenza di cancro al seno la corretta identificazione tra donne che rispondono alla chemioterapia e donne da avviare a trattamenti alternativi, secondo i medici, rimane un obiettivo fondamentale sotto vari punti di vista. Vanno infatti considerati sia i costi diretti della procedura (che si traducono in sprechi, ansie e sofferenze) sia quelli indiretti, legati alla mancata produttività causata da trattamenti debilitanti.


Iter burocratici

“Le Regioni hanno emanato apposite delibere per rendere operativo il decreto attuativo ministeriale, ma non tutte stanno utilizzando le risorse disponibili, in attesa della conclusione dei bandi di gara”, ha affermato Saverio Cinieri, presidente nazionale AIOM, Associazione italiana oncologia medica, in occasione di una conferenza stampa promossa da Intermedia. La conseguenza è che, in Italia, “i test genomici, a un anno dalla firma del decreto attuativo, devono ancora essere utilizzati in modo uniforme sul territorio. Da un lato, le lungaggini degli iter burocratici a livello regionale impediscono ancora ad alcuni centri di senologia di prescrivere gratuitamente i test. Da qui la situazione a macchia di leopardo nel loro utilizzo”.


Trattamento adiuvante

Va migliorato il livello di conoscenza e di preparazione degli oncologi sugli strumenti, molto importanti, che permettono di applicare il concetto di medicina di precisione, supportando i clinici nella personalizzazione delle terapie. “L’obiettivo del trattamento adiuvante, cioè successivo alla chirurgia, è offrire a ogni paziente con carcinoma mammario in fase precoce le migliori possibilità di cura, limitando il rischio di ricaduta“, sottolinea Massimo Di Maio, segretario nazionale AIOM . La maggioranza dei casi di tumore della mammella è di tipo luminale, cioè esprime i recettori estrogenici ma non la proteina HER2.


Test di profilazione

Dopo la chirurgia, il trattamento sistemico prevede l’utilizzo della terapia ormonale nei casi considerati a basso rischio oppure l’aggiunta della chemioterapia adiuvante alla terapia ormonale, in presenza di un rischio elevato. Nella malattia luminale a rischio intermedio sussiste però una significativa incertezza nelle decisioni da prendere, da qui l’importanza dei test di profilazione genomica, che permettono di identificare con maggiore precisione le pazienti che possono beneficiare della chemioterapia dopo l’intervento.


Valutazione

Attraverso i test genomici è possibile valutare la probabilità che la malattia si possa ripresentare dopo l’intervento chirurgico. Sulla misura di questo rischio si ricava l’indicazione eventuale a proporre cicli di chemio aggiuntivi. In Italia si contano attualmente cinque test di analisi di espressione genica (Oncotype DX, MammaPrint, Prosigna, Endopredict, Breast Cancer Index) che si differenziano per numero di geni studiati e per tipo di validazione. “Recentemente il National Comprehensive Cancer Network – sottolinea il professor Cinieri – ha aggiornato le linee guida riconoscendo Oncotype DX a 21 geni come il test predittivo in grado di definire il beneficio della chemioterapia nel carcinoma mammario in stadio iniziale con linfonodi positivi, anche con micrometastasi. Questo test è il solo classificato come preferito con alti livelli di evidenza sia per le pazienti con linfonodi negativi sia nelle donne in post menopausa con linfonodi positivi”. Nella stessa direzione vanno le raccomandazioni dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO).

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Il digiuno prima e durante la chemioterapia la rende piu' efficace e diminuisce gli effetti collaterali. Le cellule normali sono adatte a soppravvivere senza nutrimenti per brevi periodi mentre le cellule di cancro muoiono piu' facilmente essendo dipendenti al nutrimento continuo.

Valter Longo e' stato il primo che fatto esperimenti sul digiuno e a scroprire che il digiuno e' molto benefico. Lui ha introdotto la dieta digiuno mimo che si fa in 5 giorni con 1100 calorie nel primo giorno e 600-800 calorie negli ultimi quattro giorni.
www.google.com/url?sa=t&source=web&cd=&ved=2ahUKEwiMjLiXiL76AhVZx2EKHQD6AI8QFnoECAYQAQ&url=https%3A%2F%2Fwww.fondazionevalterlongo.org%2Fnuovo-studio-clinico-sullabbinamento-tra-dieta-mima-digiuno-e-chemioterapia%2F&usg=AOvVaw02hMwOmU0ERJWy...
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