Un rigurgito di fede come in tv non si vedeva da anni, decenni forse
Pubblicato il 01/04/2018
Adriana Marmiroli
In un’America sempre più lacerata, estrema e, in materia religiosa, intimamente teo-con, religiosa e conservatrice, tra le tendenze seriali di stagione c’è quella biblico-religiosa: un rigurgito di fede come in tv non si vedeva da anni, decenni forse. Si chiama apertamente in causa Dio, dilagano angeli, demoni e anime (umane) in pena, ma il tono è (apparentemente) comico, grottesco, quando non dissacrante.
Hanno fatto da battistrada, come sempre ormai, le reti streaming. Anzi una rete, Amazon: tra i gioielli delle ultime stagioni, allinea Hand of God, Preacher e American Gods: rispettivamente un losco procuratore che si crede guidato dalla voce di Dio, un improbabile sacerdote alla ricerca dell’Altissimo forse rapito dai suoi stessi angeli, gli antichi Dei (pagani) che si scontrano con quelli della Modernità. In tutti i casi Amazon ci ha investito parecchio, come interpreti (Ron Perlman, Dominic Cooper, Ian McShane, su tutti) e come produzione. Pubblico e critica hanno applaudito. Così quello che era apparso come trend tutto interno a un canale, si è diffuso fino a toccare i network generalisti.
Ultimo titoli in ordine di apparizione, su Cbs, è la comedy Living Biblically sponsorizzata da John “Big Bang Theory” Galeki che ne è produttore esecutivo: il critico cinematografico di una rivista newyorchese decide di cambiare vita e ispirarsi rigorosamente ai dettami della Bibbia, con gran divertimento del prete e del rabbino cui si rivolge e che considerano l’impresa insensata.
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www.lastampa.it/2018/04/01/spettacoli/tv/le-serie-biblicoreligiose-alla-conquista-del-piccolo-schermo-pBOngjcpb3LGN83wWY3WsK/pag...