Un testo illuminante sul perdono dei peccati lo troviamo in Matteo 9:1-8 in cui si legge:
1 Salito su una barca, Gesù passò all'altra riva e giunse nella sua città. 2 Ed ecco, gli portarono un paralitico steso su un letto. Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati». 3 Allora alcuni scribi cominciarono a pensare: «Costui bestemmia». 4 Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: «Perché mai pensate cose malvagie nel vostro cuore? 5 Che cosa dunque è più facile, dire: Ti sono rimessi i peccati, o dire: Alzati e cammina? 6 Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere in terra di rimettere i peccati: alzati, disse allora al paralitico, prendi il tuo letto e va' a casa tua». 7 Ed egli si alzò e andò a casa sua. 8 A quella vista, la folla fu presa da timore e rese gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini
Qui viene chiaramente dichiarato che Gesù detiene il potere di perdonare i peccati, potere che è proprio di Dio, quindi Gesù è vero Dio e vero uomo
Basta un'esegesi di base per confutare quanto detto da don Fiorino.
Il testo dice che Gesù ha il "potere di rimettere i peccati", ma non nega certo che quel potere gli è stato concesso da suo Dio e Padre Geova. Infatti gli scribi presenti
avrebbero voluto far dire a Gesù che era Dio, per poterlo in tal modo accusare di bestemmia pubblica, ma Gesù non cadde nel tranello.
La folla presente aveva capito chiaramente che Gesù agiva in nome e per conto del Padre e non di sua sponte, infatti non rese gloria a Gesù ma a Dio che aveva dato un tale potere all'uomo Gesù.
L'apostolo Giovanni, in
1 Gv 1:5-7 ci ricorda che "
Dio è luce e in lui non c'è tenebra alcuna... se camminiamo nella luce, come egli è nella luce...
il sangue di Gesù, il Figlio suo, ci purifica da ogni peccato" (CEI2008)
L'apostolo Paolo, nella sua prima lettera agli Efesini, espresse una dossologia significativa:
"Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo" (1:3) il quale "ci ha gratificati nel Figlio amato...In lui (nel Figlio), mediante il suo sangue (del Figlio), abbiamo la redenzione, il perdono delle colpe, secondo la ricchezza della sua (di Dio) grazia" (
Efesini 1:6,7 CEI2008).
Anche ai cristiani di Colosse parlò del ruolo centrale del sangue di Cristo quando scrisse:
"mediante il quale abbiamo la nostra liberazione per riscatto, il perdono dei nostri peccati" (
Col. 1:14)
È chiaro quindi che la prerogativa di concedere il perdono completo e la redenzione appartiene solo al Benedetto Dio, Padre del Signore Gesù (che quindi non può essere Dio), che amministra mediante il sangue di Cristo.
Ecco perché tutti coloro che ottennero il perdono del peccato da Gesù, lo ebbero solo su base temporanea, ed essendo imperfetti tornarono a peccare e morirono come tutti gli altri, incluso il paralitico sanato di cui parla Matteo 9.
Questo potere di perdonare i peccati lo trasmette poi ai discepoli, agli apostoli in particolare, quindi alla chiesa, potere di assolvere o non assolvere.
Il dono che Gesù concesse attraverso il versamento dello spirito santo ai suoi discepoli accadde una sola volta nella storia ed è documentato negli Atti apostolici; tra tutti i presenti furono relativamente pochi, ovvero gli apostoli, coloro che "perdonarono" o "ritennero" dei peccati.
In
1 Giovanni 1:9 e 2:1, 2, l'ultimo apostolo in vita non chiede a nessuno di confessargli i suoi peccati ma dice che il Padre è fedele ed è Lui che perdona:
"Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto tanto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità...
ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un Paràclito presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto. È lui la vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo". (CEI2008)
Paolo riconobbe che ai suoi giorni lo spirito di Dio operava in molti modi straordinari:
"a uno infatti, per mezzo dello Spirito, viene dato il linguaggio di sapienza; a un altro invece, dallo stesso Spirito, il linguaggio di conoscenza; a uno, nello stesso Spirito, la fede; a un altro, nell'unico Spirito, il dono delle guarigioni; a uno il potere dei miracoli; a un altro il dono della profezia; a un altro il dono di discernere gli spiriti; a un altro la varietà delle lingue; a un altro l'interpretazione delle lingue" (
1 Corinti 12:8-10, CEI2008)
Eppure, parlando di questi doni disse anche : “Le profezie scompariranno, il dono delle lingue cesserà e la conoscenza svanirà. Infatti, in modo imperfetto noi conosciamo e in modo imperfetto profetizziamo. Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà.” (
1 Corinti 13:8-10, CEI2008)
Quindi non c'è alcuna base scritturale per sostenere che i doni dello spirito, incluso il potere di perdonare o ritenere temporaneamente i peccati, siano stati concessi alla "Chiesa" dopo la morte dell'ultimo apostolo, quando la congregazione cristiana era stata stabilita.
[Modificato da M71 30/03/2022 00:12]