Angelo Serafino53, 22.01.2021 12:16:
Perchè l'offerta doveva essere "agitata" Levitico 7:34
questa mattina appena sveglio mi chiamano al telefono
e mi fanno questa domanda
non ho saputo rispondere
ho detto che lo richiamo.
Chi è più veloce a rispondermi?
Beh, caro Angelo
Se ti chiedono perché ma non sai perché (poi appena sveglio) e tu chiedi a noi “perché?”.... ci sarà un perché.
Se così è, agitata e non immobile, il dono viene ondulato per presentare l’offerta a Dio perché è così che Dio ha stabilito che l’offerta andasse a lui presentata dal sacerdote officiante del rito.
Perché? Perché in questo modo il senso della cerimonia diventa esplicito proprio mediante la gestualità adottata. Perché? Perché questo gesto, l’ondulare ciò che si desidera offrire ritualmente a qualcuno che è lontano (o in una altra dimensione dell’esistenza, come nel caso di una divinità) rientra in quella tipologia di gestualità che non solo va al di là dei semitismi e delle barriere culturali, ma addirittura va al di là della comunicazione intraspecifica. Perché? Perché risulta intelligibile e di immediata comprensione anche ad alcune specie di animali domestici che, vivendo a contatto con l’essere umano hanno imparato il significato di alcuni dei suoi gesti più significativi, come quello di presentare facendo ondulare in mano ciò che l’uomo desidera offrire loro (l’esempio del padrone che desidera offrire un pezzo di lardo al suo gatto). Non solo: anche alcune specie selvatiche potrebbero riconoscere il senso di tale gesto. Perché?
Perché questo gesto possiede un significato universale, questo gesto -di per sé- è già
comunicazione diretta, e per questo fatto idonea al linguaggio e alla gestualità rituale, alla comunicazione interattiva interpersonale tra il fedele che desidera offrire un dono alla divinità; la divinità stessa a cui è indirizzata è presentata l’offerta; il sacerdote che -attraverso questa specifica gestualità- media simbolicamente la transizione e l’eventuale pubblico che assiste alla cerimonia rituale. Perché?
Perché la gestualità diretta modale, serve a comunicare categorie semantiche modali (per es. diniego/asserzione, divieto/permesso).
Perché?
Cercare la risposta facendo ulteriori ricerche:
Bibl.:D. Efron, Gesture, race and culture, New York 1941 (trad. it., Milano 1974); R.L. Birdwhistell,Introduction to kinesics, Washington 1952 (poi Louisville 1952); E. T. Hall, A system for the notation of proxemics behaviour, in American Anthropologist, 65 (1963), pp. 1003-26 (trad. it., in Versus, 2, 1972); Approaches to semiotics, a cura di Th. A. Sebeok, A. S. Hayes, M. C. Bateson, L'Aia 1964 (trad. it., Paralinguistica e cinesica, Milano 1971); E. T. Hall, The hidden dimension, New York 1966 (trad. it., La dimensione nascosta, Milano 1968); K. L. Pike, Language in relation to a unified theory of the structure of human behavior, L'Aia-Parigi 1967; P. Watzlawick, J. H. Beavin, D. D. Jackson, Pragmatics of human communication, New York 1967 (trad. it.,Pragmatica della comunicazione umana, Roma 1971); R. L. Birdwhistell, Kinesics and context, ivi 1970; O. M. Watson, Proxemic behaviour, L'Aia-Parigi 1970 (trad. it., Comportamento prossemico, Milano 1972); Non-verbal communication, a cura di R. A. Hinde, Cambridge 1972 (trad. it., La comunicazione non verbale, Bari 1974); P. Bouissac,La mesure des gestes. Prolégomènes à la sémiotique gestuelle, L'Aia-Parigi 1973; A. E. Scheflen, How behaviour means, New York 1973 (trad. it., Il linguaggio del comportamento, Roma 1977); E. T. Hall, Handbook for proxemic research, Washington 1974; M. Argyle, Bodily communication, Londra 1975 (trad. it., Il corpo e il suo linguaggio, Bologna 1978); E. T. Hall, Beyond culture, New York 1976; P. E. Ricci Bitti, S. Cortesi,Comportamento non verbale e comunicazione, Bologna 1977; P. Ekman, Facial signs: facts, fantasies and possibilities, in Sight, sound and sense, a cura di Th. A. Sebeok, Bloomington 1978, pp. 124-56; D. Morris e altri, Gestures, their origins and distribution, New York 1979 (trad. it., Milano 1983).