Re: Tolleranza religiosa ed ecumenismo, progetto di restauro diventa una mostra
"Questo progetto è più di un lavoro, è diventata quasi una missione - commenta Giammarco Piacenti, ad della società ed egli stesso restauratore - Non era nato così, lo è diventato stando sul posto. Non si può non essere toccati, lì dentro. Non solo per la straordinaria bellezza delle opere riportate alla luce, ma proprio per il valore aggiunto dato dalla riuscita del coordinamento di oltre sessanta tra aziende ed enti, di 170 professionisti diversi, per lingua e mentalità, e naturalmente per l'accoglienza ricevuta. Siamo quasi tutti i giorni a mangiare nelle case dei nostri colleghi palestinesi, e i religiosi delle varie confessioni, dopo la diffidenza iniziale ci stimano e sono entusiasti del nostro lavoro in un ambiente dove per togliere un quadro ortodosso appeso magari su un muro armeno serviva l'armeno per spostarlo e l'ortodosso per pulirlo. E senza contare l'appoggio e la vicinanza della gente, del sindaco di Betlemme (donna e cristiana, ndR) del Custode di Terrasanta". Una integrazione che si realizza anche per mano femminile. Ci sono molte donne, in questo progetto: sei restauratrici, addetti logistici, tecnici di cantiere. Come Silvia Strinieri Piacenti, la responsabile che ha scoperto un settimo angelo tra quelli presenti (e splendidamente restaurati) sulle navate, con un'analisi termografica. Il fulcro del progetto ruota proprio attorno ai mosaici, e in particolare sul meraviglioso corteo angelico e le colonne*.
Proprio su questi soggetti bisogna soffermarsi infatti per capire quale straordinario esempio di ecumenismo sia la Basilica. Il ciclo degli affreschi, infatti, è stato voluto per ordine dell'imperatore di Bisanzio, Manuele Comneno, del Re latino di Gerusalemme, Amalrico, e del vescovo di Betlemme, Raoul, intorno al 1150, un secolo dopo il Grande scisma che già aveva diviso la Chiesa cristiana di Oriente e di Occidente nel 1054. Lo sappiamo per certo, grazie a delle iscrizioni che hanno conservato, caso raro, nomi di committenti e artisti. "Ma la basilica, dall'epoca medioevale ai giorni nostri, è sempre stata anche luogo di pellegrinaggio e preghiera per gli stessi musulmani - ribadisce il professor Michele Bacci, docente di Storia dell'arte medioevale all'università di Friburgo - In questo senso è un 'loca sancta', un luogo che trascende le differenze religiose. Ancora oggi cristiani di lingua araba professano la loro fede in lingua madre. Li potreste sentire sui banchi, pregando, appellarsi ad Allah". Termine che significa semplicemente "dio" e non il nome proprio di un diverso dio. Così, a dispetto di chi semina odio e violenza religiosa, sulle loro labbra si realizza un ecumenismo davvero impressionante. "Betlemme ha goduto del rispetto del mondo musulmano sin dal Medioevo e fonti del X Sec. ci descrivono la presenza di pellegrini islamici in preghiera nella basilica della Natività - riprende il professor Bacci - D'altra parte per i musulmani Gesù è il penultimo profeta, e le venerazione per Maria sua madre rende questo luogo sacro, per questa fede, a differenza del Santo Sepolcro che invece non è coerente con il loro credo in quanto rappresenta la Morte e la Resurrezione di Dio. Il ciclo degli affreschi cosiddetto 'dei concili' presenta invece caratteristiche che richiamano la Cupola della Roccia e la Moschea di Al-Aqsa quando erano cristiane, oltre a geometrie tipiche del decoro islamico. Nella porta armena poi abbiamo una iscrizione bilingue, in armeno e arabo, che risalirebbe alla riconquista del Saladino nel 1187, con tanto di invocazione ad 'Allah'. E vicino a Betlemme ci sono altri due luoghi sacri e interreligiosi, la Tomba dei Patriarchi a Hebron, comune a ebrei, cristiani e musulmani, e la tomba di Rachele".
"Nella Basilica nessuno che arrivi - racconta un frate che ha servito in Terrasanta - può rimanere indifferente alla grande atmosfera di spiritualità. E molti ne escono diversi". 'Bonus intra, melior exi', scrivevano sulle soglie delle cattedrali, nel Medioevo, i maestri muratori, come speranza di elevazione interiore. Dopo tanti secoli la luce di Betlemme, simbolo di fratellanza per le genti, a quanto pare splende ancora e mantiene viva la speranza della pace e del dialogo interreligiosi.
* Per chi desiderasse contribuire a questo progetto, è stata recentemente lanciata la campagna di fund raising "Adotta una colonna".